omeopatia

L'omeopatia è la più diffusa tra le medicine non convenzionali, tanto che oltre 10 milioni di Italiani sono ricorsi almeno una volta ai rimedi omeopatici. Nonostante i rimedi omeopatici siano costantemente bersagliati dalle critiche degli scettici e di numerosi scienziati, secondo gli ultimi dati Doxa circa 4 italiani su 5 si dichiarano soddisfatti degli esiti delle cure. Nel nostro Paese cresce infatti costantemente il numero di persone e medici che rivendicano il ruolo alternativo e a volte integrativo dell'omeopatia rispetto alla medicina tradizionale. L'azione dell'omeopatia è più simile all'azione di un vaccino che a quella di un antibiotico. Con la medicina omeopatica si somministrano infatti sostanze simili all'agente che produce quel tipo di malattia. In questo modo si stimola una reazione immunitaria adeguata che va a rinforzare le difese dell'organismo favorendo la guarigione o prevenendo la patologia. L'omeopatia mette in primo piano il malato e non la malattia, proponendosi di curare non tanto la patologia in sé quanto il "terreno" su cui la malattia sta agendo. L'omeopatia si propone dunque come una medicina complementare. Non è certo un caso che la maggioranza delle persone acceda all'intervento omeopatico soltanto dopo aver subìto un trattamento con farmaci tradizionali ed averne constatato l'inefficacia o l'intollerabilità. Affiancando e/o sostituendo la medicina omeopatica a quella classica si possono così apportare notevoli benefici al malato. Questa commistione di cure non è assolutamente nociva, anzi molto spesso si nota una positiva complementarietà. Gli omeopatici spendono molto tempo con il paziente, ricercando gli aspetti psicologici, caratteriali e dedicandosi al dialogo con il malato. Facendo riferimento a questi aspetti soggettivi l'omeopatia migliora il rapporto medico paziente in maniera radicale, curando la dimensione umana della malattia.

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